La bacchetta Apr09

Tags

Related Posts

Share This

La bacchetta

Prima del 1750 la bacchetta non presenta quasi mai il timbro. Su archetti del periodo successivo possiamo trovare il marchio di fabbrica o il nome dell’archettaio stampigliati sul legno, in prossimitĂ  del nasetto, con un timbro a secco o con un timbro a fuoco. Il timbro “alla francese” è leggibile tenendo il nasetto rivolto verso l’alto e la testa alla nostra destra; il timbro “alla tedesca” si legge tenendo il nasetto verso il basso e la punta a sinistra. Non di rado il timbro a fuoco viene impresso anche sulla faccia centrale inferiore, coperta dal nasetto. PerchĂ© non diventi illeggibile si potrebbe chiedere al nostro archettaio di fiducia di applicarvi della vernice protettiva. Le stellette (***), a volte presenti, indicano una valutazione del costruttore e sono al massimo tre che corrispondono ad “ottimo”. Sulla faccia inferiore dell’ottagono, a 2 cm dal capezzolo, viene scavata una mortasa di 16-18 mm, dove scorrerĂ  la vitarella. All’estremitĂ  si ricava il capezzolo, che incastra perfettamente con il bottone; troppo spesso trascurato è invece fondamentale per la resistenza della bacchetta, particolarmente per la tensione che la vite esercita quando l’arco è teso; nel caso sfortunato di una caduta assorbe l’urto evitando spesso la rottura della bacchetta. Negli archi moderni, anche se la bacchetta è tonda, la parte dell’impugnatura è sempre ottagonale per ovvie ragioni di stabilitĂ  del nasetto. Nel periodo barocco l’ottagono era spesso asimmetrico (una faccia larga e una stretta). Tourte, Vuillaume ed altri hanno sperimentato coulisse particolari per consentire la rotonditĂ  dell’impugnatura ma sono state abbandonate. Si dice che la bacchetta tonda sia una ottagonale mal riuscita; credo si possa ritenere una sciocchezza, in primis perchĂ© la lavorazione tonda…

[…] tutto il resto lo trovate nel libro!